PICCOLO PS IMPRENDITORIALE
Ricordo la solitudine.
Era un periodo strano, complicato. Avevamo problemi con il personale, con un turnover mai visto. Ayris aveva vissuto un momento in cui non è stata bene quindi era meno presente in azienda, i punti di riferimento scarseggiavano, Lorenzo ed io iniziavamo a lavorare su progetti diversi e ci vedevamo sempre meno.
Non andavamo male: il fatturato cresceva costantemente, ci stavamo facendo un nome, ma qualcosa non girava per il verso giusto. Come se qualcosa ci stesse sfuggendo di mano.
E poi è arrivato l’addio di Ryan, l’unica certezza che avevamo oltre la nostra determinazione. A quel punto mi sono sentito davvero solo.
Il team era cambiato completamente in pochissimi mesi. I punti fermi, spariti, le persone fondamentali avevano altri pensieri importanti in testa che le portavano lontane dall’azienda. La partenza di Ryan, per quanto con il sorriso e benedetto con i migliori e più grati in bocca al lupo del mondo, sembrava un segno di disfatta.
Invece, proprio lì c’era l’insegnamento.
Proprio lì c’era la lezione da apprendere: le persone sono importanti, fondamentali. Ma una azienda ben costruita deve funzionare al di là delle persone che la compongono, deve avere dei processi, delle procedure, del know how condiviso e trasmissibile, deve reagire ai traumi trovando risorse insperate nelle persone che magari fino a quel momento erano rimaste nell’ombra. E tu devi avere il coraggio di fare quel passo, nel vuoto, che fa la differenza. E tirarti dietro l’azienda. E farla crescere, con le persone che la formano, ma soprattutto con la loro intelligenza, che resta e resterà comunque nel modo di lavorare, nei processi che la definiscono, nello stile che la caratterizza.
Non serve aver timore di far crescere le persone che lavorano con te per paura che poi se ne vadano.
Le persone che non crescono fanno più danni di persone che una volta cresciute se ne vanno dopo aver contribuito alla crescita degli altri, perché in una squadra, nessuno migliora da solo.
Matteo
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