PICCOLO PS IMPRENDITORIALE
In difesa del pregiudizio.
Tutti noi abbiamo dei pregiudizi. Chi dice di non averne, mente. Anche a se stesso, in caso. È un aiutante subdolo nelle decisioni di impulso, è un supporto bastardo nella ricerca della soluzione comoda. È un fido farabutto nel darti consigli.
Certi pregiudizi, se reiterati nel tempo e condivisi, diventano opinione comune. Se l’opinione comune dura nel tempo, diventa cultura, se diventa cultura, diventa tradizione. Se diventa tradizione, i sushiman saranno sempre uomini.
La cultura è importante, ma spesso, se si scava sufficientemente a fondo, si scopre che alla base c’è un pregiudizio, che a sua volta è l’evoluzione di una paura. È un istinto di difesa che innesca comportamenti che si stratificano nel tempo.
Quando hai un po’ di tempo per andare a fondo, per pensare, per fare un passo verso l’ignoto e cerchi di spingerti contro il pregiudizio, e fai una scelta controcorrente, nel 90% dei casi, fai la scelta sbagliata.
Il pregiudizio vince. Perché condiziona non solo chi giudica, ma anche il giudicato che si comporta di conseguenza. Vincere il pregiudizio è una battaglia da combattere insieme: chi vuole scegliere in modo libero da condizionamenti e da chi subisce. Perché il pregiudizio è comodo anche quando subito: giustifica, sposta la responsabilità sugli altri e autorizza l’insuccesso.
Amy ci aiutò a vincere il pregiudizio e noi (da perfetti unconventional) decidemmo di andare controcorrente, verso l’ignoto, pensando e andando a fondo.
E siamo finiti nel 10% giusto delle scelte.
Matteo
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